UNA NUOVA LOBBY AL FEMMINILE?

 da Il blog di Paolo Iacci

 

Le donne nei Consigli di Amministrazione di società quotate sono 687 contro le 170 del 2008, prima della legge Golfo – Mosca che impone il 30% di posti riservati a professioniste di sesso femminile. Di queste 687 donne, 7 occupano 37 posti e le prime 26 siedono su 113 poltrone nei CdA o nei collegi sindacali di società quotate. Le prime 188 ricoprono 462 posizioni.

C’è chi parla, come Federico Fubini sul Corriere della sera di oggi, di una nuova lobby al femminile. “Gli uomini tendono a trincerarsi in oligarchie o ristrette reti di potere nelle quali ci si scambiano posti e favori? Le donne, a giudicare dai numeri, ancora di più. Fra loro la pratica di occupare più posizioni  in organismi di più società diverse, endemica in Italia, è oggi più sviluppata che tra le controparti maschili”.

E’ un’affermazione che sicuramente scatenerà polemiche. La costituzione di lobby travalica le politiche di genere e affonda le sue radici nei meccanismi di governane e nella cultura imprenditoriale del nostro Paese.

Questo però non deve sminuire la portata innovativa che la legge Golfo Mosca ha indotto, aprendo le porte dei Consigli a nuove leve che altrimenti ne sarebbero state escluse ancora per lunghissimo tempo. Le nuove entrate mediamente sono più giovani e con un titolo di studio più alto di chi le aveva precedute. Si tratta in ogni caso di una nota positiva, almeno sul lungo periodo.

Un maggior allargamento delle persone coinvolte deve andare di pari passo anche con l’accumulo di esperienza che solo il tempo può consentire. Anche in questo caso la politica di genere e l’allargamento del numero di professioniste coinvolte deve coniugarsi con il merito e con l’esperienza, senza per questo voler fornire alcun alibi a chi si trincera dietro meccanismi di lobby.

(www.paoloiacci.it)

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