HE E INTELLIGENZA ARTIFICIALE GENERATIVA

 da HR ONLINE

Chi scrive questa storia è Alexander Calandra, docente di fisica alla Washington University. La traduco e la riassumo.

Un collega chiama Calandra a dirimere una questione spinosa: durante un esame di fisica, alla domanda “dimostrami come puoi determinare l’altezza di un grattacielo con l’aiuto di un barometro” lo studente esaminato risponde che basta portare il barometro in cima al grattacielo, legarlo a una corda, mollarla fino a terra, tirarla su e misurarne la lunghezza.

La risposta è corretta perché risolve il problema, ma non è quella canonica (usare il barometro per determinare la differenza di pressione atmosferica tra base e vertice dell’edificio) e solleva un ulteriore problema: come valutare lo studente che, sì, ha risposto, ma l’ha fatto violando la regola accademica che chiede di dimostrare il possesso di competenze proprie della materia in cui si viene esaminati? Lo studente pretende il massimo dei voti, il docente vuole dargli zero.

Calandra concorda con il collega di offrire allo studente un’altra possibilità: ha sei minuti per produrre una risposta ortodossa. Dopo cinque minuti, non ha ancora scritto nulla. Gli viene chiesto se vuole ritirarsi, ma lui dice che deve scegliere tra molte risposte possibili.

Al sesto minuto lo studente scrive: “Porta il barometro in cima all’edificio, sporgiti e lascialo cadere dal tetto. Misura il tempo di caduta con un cronometro e poi usando la formula S = ½ at2 calcola l’altezza dell’edificio”. Lo studente riceve un voto eccellente. Mentre escono insieme, Calandra gli domanda quali fossero le altre risposte.

“Ci sono molti modi per misurare l’altezza di un grattacielo con l’aiuto di un barometro”, dice lo studente. E spiega: “In un giorno di sole posso misurare l’ombra proiettata dal barometro e quella proiettata dal grattacielo: per calcolarne l’altezza, poi, faccio una semplice proporzione. Oppure salgo per le scale e faccio segni sui muri usando il barometro come unità di lunghezza…

…alla fine, conto i segni e ottengo l’altezza dell’edificio in unità-barometro. Posso legare il barometro a un filo e usarlo come pendolo per misurare il valore della gravità alla base del grattacielo e in cima: a partire dalla differenza tra i due valori riesco, in linea di principio, a calcolare l’altezza. E ci sono altri modi ancora: forse il più efficace è bussare alla porta del soprintendente del grattacielo e dirgli senta, questo è un bellissimo barometro. Se mi dice quanto è alto il grattacielo, glielo regalo”.

A questo punto Calandra domanda allo studente se davvero non conosce la risposta canonica. “Certo che sì”, dice lui, “ma non ne posso più dei professori che pretendono di insegnarmi come pensare invece di spiegarmi la struttura del problema”.

L’aneddoto ha avuto grande diffusione quando lo studente è stato (erroneamente) identificato con Niels Bohr, premio Nobel per la fisica per la teoria dei quanti di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita. Questo aneddoto è un’ode alla genialità umana, allo spirito libero e a un’educazione più evoluta. Il tema della formazione di base e dell’educazione degli adulti è uno dei banchi di prova della tenuta del nostro sistema economico e di ognuna delle aziende in cui stiamo lavorando. Nei prossimi dieci anni, il mercato del lavoro sarà rivoluzionato dalla crescita a scala dell’intelligenza artificiale (AI) che impatterà in maniera sempre più radicale nel tempo. Già oggi si calcola che il 40% di ogni ora lavorata verrà profondamente trasformata dall’AI generativa. Solo in Italia 9 milioni di lavoratori saranno oggetto di un profondo upskilling / reskilling e porterà alla creazione di 2,5 milioni di nuovi posti di lavoro. È quanto emerge dalla nuova edizione della Technology Vision 2023, lo studio annuale presentato dall’Accenture Innovation Center. Secondo questo studio i più significativi impatti saranno registrati su quattro differenti fronti. Il primo è quello dell’identità digitale, la capacità di autenticazione di persone e risorse. Il secondo concerne la raccolta e l’utilizzo consapevole di dati come chiave di differenziazione competitiva all’interno delle organizzazioni. Il terzo, fondamentale, riguarda il front end, la modalità di interazione con i clienti (customer sale & operations). L’ultimo riguarda la possibilità di ripensare i processi e le modalità di interazione all’interno delle organizzazioni al fine di incrementare velocemente la produttività delle organizzazioni.

Alle persone HR si propone un tema chiave. Impossessarsi dell’esigenza di sviluppo delle competenze ed esserne parte dirigente, oppure andare a ruota di chi produce e gestisce l’innovazione e svolgere solo un ruolo di supporto organizzativo e logistico.

Il tema non è nuovo. Negli anni ’90 la funzione HR ha già perso il treno dell’organizzazione. Pur con tutti i distinguo del caso e le mille eccezioni, non c’è dubbio che, nella grande maggioranza dei casi, oggi la funzione HR sul versante dell’organizzazione non tocca palla. Semmai all’IT è riservata la micro-organizzazione e l’analisi delle procedure, ma l’organizzazione nel suo complesso è lasciata in mano alla linea operativa e alla direzione Generale.

Oggi il tema si ripropone sul versante dell’innovazione legata all’AI generativa. E’ un’area ancora largamente inesplorata, dove c’è tutto da capire e da fare. Agli HR il compito di non ritrarsi ma, al contrario, di essere in prima linea per capire e governare l’innovazione, consentendo alle imprese di disporre delle competenze necessarie a reggere la spinta di cui abbiamo parlato. Come nell’aneddoto iniziale, si tratta di capire la struttura del problema.

 

 

Paolo Iacci, Presidente Eca, Università Statale di Milano

 

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