“SEI LICENZIATO, MI SPIACE…” “MA MI HAI APPENA DATO UN AUMENTO!”

 da Blog di Paolo Iacci

“Sei licenziato, mi spiace…”

“Ma come?! Mi hai dato un aumento a giugno!”

“Sì, ma allora non avevamo visto i dati della semestrale e le proiezioni di fine anno”

“Ok, ma non stiamo andando male”

“Siamo sotto budget”

“Ho capito, qualcosa faremo. Lavoro in quest’azienda da sei anni e ho sempre raggiunto il massimo del MBO. Ho sempre fatto tutto quello che potevo.”
“Certo,  e infatti te lo abbiamo riconosciuto. Ma adesso siamo sotto budget e la casa madre ha deciso di prendere i responsabili delle diverse funzioni e segare quelli che guadagnano di più.”

“Quindi se non fossi stato bravo, non avrei preso gli aumenti che mi avete dato e oggi non perderei il posto di lavoro?!”

“Dai, non metterla così, sai come vanno queste cose…”

Sembra un dialogo siderale ma è quello che è successo venerdì a un mio amico. Oggi ha riconsegnato l’auto aziendale e gli avvocati si metteranno d’accordo per la buona uscita.

L’azienda di cui stiamo parlando è una multinazionale di prestigio, un marchio leader nel suo settore. Un’impresa che si vanta di  essere fortemente attrattiva nella “guerra per i talenti”. Il mio amico è un dirigente responsabile Europe di una funzione centrale.

Carne da macello come tutti gli altri. Le parole d’ordine di cui sono piene le riviste di management diventano una pietosa foglia di fico che nasconde la povertà di idee e di valori in cui molte imprese si stanno impantanando.

Ma quando il merito e la fedeltà sono solo carta straccia, come si può pensare di motivare le persone?!

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