GOOGLE LICENZIA NEGANDO IL DIRITTO DI CRITICA, OPPURE NO?!

 da Blog di Paolo Iacci

Google dieci giorni fa ha licenziato un ingegnere autore di una e-mail che l’azienda ha considerato sessista. Si tratta di un informatico, James Damore, che in effetti non nega di aver difeso “gli stereotipi di genere”. Mi ha colpito il fatto che in Italia la notizia abbia trovato poco spazio e non abbia suscitato alcun dibattito. Eppure il problema non mi pare sia banale.

Due, infatti, le posizioni in campo: da un lato l’azienda che difende la parità di genere e nel nome della difesa dei diritti democratici nega la possibilità di critica e licenzia.

Questa la posizione dell’amministratore delegato di Google, Sundar Pichai: “Sosteniamo il diritto dei dipendenti di esprimersi, e molto del contenuto della email apre un dibattito, anche se la maggioranza dei dipendenti non è d’accordo” mette in evidenza Pichai, precisando però che affermare che un gruppo di colleghi è meno adatto ad alcuni ruoli è ”offensivo e ingiusto”, oltre a essere contrario al codice di condotta della società .

Dall’altra parte  lo stesso  James Damore ma anche Wikileaks che ha subito offerto all’informatico un posto di lavoro. Julian Assange in un tweet, schierandosi a favore della libertà di espressione, ha affermato: “La censura è per perdenti. Noi difendiamo il diritto delle persone di avere delle proprie idee finché queste non costituiscano un danno per la libertà altrui.”

Forse Voltaire ha detto “Non sono d’accordo con quello che dici ma darei la vita perché tu possa continuare a dirlo”.  E voi cosa ne pensate?

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