LA SPERANZA E L’ECONOMIA

 da Hr on line

Interno di un ambulatorio della Usl :
Dott.: -Si faccia coraggio buon uomo-
Paz.: – È grave dottore?-
-Eh sì, deve farsi forza-
-Ma come?! non mi dà nessuna speranza?!
-Le ripeto, purtroppo lei è un caso disperato.-
-Ma allora è proprio finita?-
-Purtroppo sì, con domani deve tornare a lavorare…-
L’Italia agli occhi degli investitori sembra come il nostro povero lavoratore in malattia. Un recente sondaggio condotto da CFA Italy, svolto in collaborazione con Il Sole 24 Ore, mostra a dicembre un calo di dieci punti rispetto il mese precedente riguardo le prospettive della nostra economia e dei mercati.

L’analisi del “sentiment” è molto importante perché fornisce l’indicazione che gli analisti daranno riguardo i prossimi investimenti e quindi l’andamento dei mercati. In Italia questo elemento raramente viene preso in considerazione. Cos’è successo? Apparentemente nessun nuovo dato economico negativo. In realtà i mercati non amano l’instabilità e l’incertezza, sia questa di carattere economico, politico, giuridico o sociale.

La situazione del nostro Paese induce invece a non sperare nel giro di breve al ritorno ad una situazione stabile e costruttiva, dal punto di vista soprattutto politico ed economico. Di questo vi è grande sufficienza da parte non solo della maggioranza della popolazione, ma anche dalle elites del nostro Paese.
Il fatto che un’agenzia di rating riveda al ribasso il posizionamento dell’Italia non viene quasi percepito come un evento che ci tocca nel concreto. Con eccessiva superficialità tutto ciò che riguarda la finanza viene bollato dall’opinione pubblica come inutili giochi delle grandi lobbies economico – finanziarie.
Anche ammesso, e non concesso, che così sia, rimane il fatto che l’impatto sulla vita delle nostre imprese, e quindi sulla nostra vita, è immediato e rilevante. La Società italiana di economia ha chiesto ripetutamente negli scorsi anni, senza alcun successo, di inserire l’alfabetizzazione economica nei nostri istituti superiori. Forse la richiesta dovrebbe essere ripresa con maggior forza da tutti gli attori responsabili del nostro sistema economico e politico.
L’ignoranza verso i meccanismi economici che governano le nostre vite è molto evidente anche nelle aziende: un segnale, questo, che spiega bene il motivo per cui nei momenti cruciali della vita del nostro Paese le scelte che si fanno molte volte contraddicono le più elementari regole di ordine economico.

 

(www.paoloiacci.it)

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