SENECA E GLI EXTRACOMUNITARI

 da HR ONLINE

Quali sono i 5 Paesi al mondo più visitati? Nell’ordine, la Francia, la Spagna, gli USA, la Cina e infine, al quinto posto, l’Italia, che ogni anno attira 65 milioni di turisti. Henry Miller diceva che “la propria destinazione non è mai un luogo, ma solo un nuovo modo di vedere le cose”. I viaggiatori sono quelli che lasciano le loro convinzioni a casa, i turisti no. Una volta i nobili, prima di assumere ruoli di comando, completavano la loro preparazione con un lungo viaggio in giro per l’Europa. Chi non aveva viaggiato non poteva dirsi pronto ad assumere responsabilità di guida e di governo. Confrontarsi con la diversità è indispensabile in ogni processo di crescita, individuale o sociale.

Non così nel nostro Paese. In Italia lo straniero, il più delle volte, è ancora visto con sospetto. Ci fa piacere se arriva, purché poi se ne vada. Eppure, ne abbiamo sempre più bisogno. In Italia oggi abbiamo 2,3 milioni di lavoratori stranieri regolari, a cui si aggiungono altri 5-600.000 irregolari. I Paesi di maggiore provenienza sono nell’ordine Marocco, Albania, Cina, Ucraina e India. Il 70% sono extracomunitari e solo il rimanente 30% è costituito da cittadini UE.

Il tasso di occupazione degli stranieri è al 60,6%, superiore a quello degli italiani, fermo al 60,1%. I maschi sono occupati al 75%, le donne solo al 47%. Il 62% sono operai, artigiani e personale non qualificato. Solo l’8% è costituito da tecnici o personale di alto livello. I dati della Fondazione Leone Moressa sono chiari: se, in generale solo 1 lavoratore su 10 è immigrato, questa incidenza sale al 14% tra gli operai delle imprese private e del 29% tra il personale non qualificato.

La richiesta da parte delle imprese di lavoratori stranieri è, però, altissima. Il click day del 27 marzo si è esaurito in un’ora. Le domande sono state 240 mila, contro gli 82.705 posti disponibili. Vi è una richiesta da parte delle associazioni datoriali per riaprire le porte agli stranieri, ma ad oggi si prevedono deroghe solo per l’edilizia, l’agricoltura e il turismo. A detta delle imprese, ancora troppo poco. Anche il comparto domestico è stato escluso, per cui le badanti sono destinate, nei fatti, al lavoro nero. Eppure, le casse dell’Inps ne avrebbero assoluto bisogno. L’ex Presidente dell’Inps, Tito Boeri, ne aveva parlato apertamente scatenando molte polemiche, di ordine per lo più ideologico, non basate sui numeri. Ad ogni modo, si attende un nuovo decreto flussi, vedremo nelle prossime settimane cosa succederà.

Nel frattempo, rimane inascoltata anche la richiesta delle imprese per l’immigrazione di personale qualificato. Oggi, fuori dal decreto flussi, possono entrare stranieri con un posto di lavoro solo se in possesso di un titolo di studio equivalente alla laurea. Eppure, avremmo bisogno, ad esempio, di infermieri, ma questi non sono ammessi perché nel loro Paese, in genere non hanno conseguito un titolo di studio equivalente alla laurea. Avremmo estremo bisogno di tecnici da formare alle diverse necessità aziendali. O di periti informatici, in Italia presenti in numero assolutamente inferiore alle necessità. L’elenco potrebbe continuare. Nel frattempo, il 65% delle ricerche di personale, nel 2022, sono rimaste inevase. Perché non sostenere le imprese anche con l’inserimento di mano d’opera qualificata di provenienza extracomunitaria?! Potremmo risolvere molti problemi per persone in oggettiva difficoltà, limitare in parte l’immigrazione clandestina, rimpinguare le casse dell’Inps e sostenere le imprese in fase di sviluppo.

Troppe volte ci lasciamo governare dai nostri pregiudizi piuttosto che dalla sostanza delle cose. Non lo dico io, lo diceva già Seneca duemila anni fa.

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