LA TESTA E LA PANCIA

 da HR ONLINE

Piero e Silvia, marito e moglie, hanno litigato e non si parlano da ore.

Prima di andare a letto, il marito mette sul cuscino della moglie un biglietto: “Silvia, domani svegliami alle sei in punto!”

Al mattino il marito si sveglia alle sette e trova un biglietto con scritto: “Piero, sono le sei, svegliati!”

Tutti noi, istintivamente, tendiamo ad associare la parola “conflitto” a qualcosa di negativo. Ed in effetti, all’interno delle organizzazioni, il conflitto aumenta il livello di stress e di ansia tra gli individui, mina la fiducia reciproca rendendo difficile il lavoro di squadra, riduce il livello di soddisfazione e motivazione, influisce negativamente sulla produttività.

Non è però solo così. Il conflitto può avere anche aspetti positivi, se si riesce a trasformarlo in una opportunità di miglioramento, per l’individuo e per l’organizzazione. Tutto dipende da noi, da come lo viviamo e dalla nostra volontà di farlo evolvere.

In linee generali si può ritenere che il conflitto non abbia di per sé né una natura necessariamente positiva né, al contrario, negativa: è il nostro agire di conseguenza che può farlo diventare una reale occasione di crescita o un momento di scontro aperto e di rottura della relazione.

Sviluppare le competenze legate alla positiva gestione del conflitto è una delle sfide che le aziende devono affrontare se vogliono prepararsi al futuro, dato che il conflitto si affianca inevitabilmente al cambiamento.

Fin qui siamo nella sfera dell’ovvio. Tutti noi, teoricamente, lo sappiamo. Però poi quello che conosciamo in teoria non lo agiamo. Vale per il conflitto come per mille altre cose, più o meno banali, di cui siamo consapevoli ma che poi non applichiamo, nella nostra vita relazionale come in quella professionale.

Perché? Questa è la domanda che ci dobbiamo porre. Se sappiamo che il conflitto può anche essere positivo perché poi ne abbiamo sempre paura? La risposta è ad un tempo semplice e complessa.

La versione iper-semplificata potrebbe essere questa: le cose si possono capire nella testa o nella pancia. Le cose le capisci davvero solo quando le capisci bene sia nella testa sia nella pancia. Solo nella testa o solo nella pancia non basta. Per capire una cosa nella pancia meglio se ci sei già passato e per capirla nella testa aiuta aver condiviso molto con chi ci è già passato.

Quando lavoriamo con cose delicate come le persone, i loro sentimenti e le loro emozioni, capire sia con la testa sia con la pancia dovrebbe essere l’obiettivo cui tendere sempre.

 

 

 

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