IL GIOVANE HOLDEN

 da il Blog di Paolo Iacci

“se davvero avete voglia di sentire questa storia, magari vorrete sapere prima di tutto dove sono nato e com’è stata la mia infanzia schifa e che cosa facevano i miei genitori e compagnia bella prima che arrivassi io, e tutte quelle baggianate alla David Copperfield, ma a me non mi va proprio di parlarne. Primo, quella roba mi secca, e secondo, ai miei genitori gli verrebbero un paio d’infarti per uno se dicessi qualcosa di troppo personale sul loro conto. Sono tremendamente suscettibili su queste cose, soprattutto mio padre. Carini e tutto quanto – chi lo nega – ma anche maledettamente suscettibili. D’altronde, non ho nessuna voglia di mettermi a raccontare tutta la mia dannata autobiografia e compagnia bella.

Vi racconterò soltanto le cose da matti che mi sono capitate verso Natale, prima di ridurmi cosí a terra da dovermene venire qui a grattarmi la pancia. Niente di più di quel che ho raccontato a D. B., con tutto che lui è mio fratello e quel che segue. Sta a Hollywood, lui. Non è poi tanto lontano da questo lurido buco, e viene qui a trovarmi praticamente ogni fine settimana. Mi accompagnerà a casa in macchina quando ci andrò il mese prossimo, chi sa. Ha appena preso una Jaguar. Uno di quei gingilli inglesi che arrivano sui trecento all’ora. Gli è costata uno scherzetto come quattromila sacchi o giù di lì. È pieno di soldi, adesso, Mica come prima. Era soltanto uno scrittore in piena regola, quando stava a casa. Ha scritto quel formidabile libro di racconti, Il pesciolino nascosto, se per caso non l’avete mai sentito nominare. Il più bello di quei racconti era Il pesciolino nascosto. Parlava di quel ragazzino che non voleva far vedere a nessuno il suo pesciolino rosso perché l’aveva comprato coi soldi suoi. Una cosa da lasciarti secco. Ora sta a Hollywood, D. B., a sputtanarsi. Se c’è una cosa che odio sono i film. Non me li nominate nemmeno. ”

Questo l’incipit de Il giovane Holden, il più noto libro di Salinger, scritto nel 1951 e ambientato nelle settimane immediatamente precedenti il Natale del 1949. In questi giorni siamo sommersi dal miele della letteratura di genere. Non potendone più mi sono ricordato che le avventure di Holden si svolgevano proprio in questo periodo. La narrazione di un’adolescente confuso e ribelle, alla ricerca di un propria identità così come lo era l’Europa in quei primi anni dopo la guerra e così come lo è oggi, dopo gli anni della più lunga crisi economica che abbiamo attraversato nell’ultimo secolo.

Consiglio a chi non lo avesse mai fatto di fermarsi sulle pagine di Salinger, sia per la sua scrittura che ho sempre trovato un po’ troppo ruvida ma assolutamente intonata con il contenuto del racconto, sia per la descrizione delle vicissitudini del piccolo protagonista. Avventure che ben descrivono la crisi antropologica che si stava consumando in quel momento nel mondo industriale avanzato e che in qualche modo possono far riflettere anche sull’attuale crisi del soggetto che stiamo vivendo oggi, anche se non se ne parla molto.

 

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