LA RICONOSCENZA

 da blog di paolo iacci

 

Venerdì scorso sono andato a sentire il convegno di Parks, un’associazione a cui tengo molto. Dal palco una cara amica, la Presidente di AIDP, mi ha citato pubblicamente esprimendo riconoscenza per una piccola cosa che avrei fatto nel passato.

Si è trattato di un piccolo gesto gratuito che mi ha molto colpito, anche perché lei parlava non perché beneficiata personalmente ma come rappresentante di un’associazione, cardine nella mia vita professionale. Credo che solo le persone col cuore grande possano avere di queste attenzioni.

La riconoscenza nella nostra società è un sentimento negletto. Sembra quasi che sia sintomo di debolezza. In realtà è vero l’esatto opposto.

Vi faccio un esempio molto semplice. Nella mia vita professionale ho trovato un posto di lavoro a moltissime persone che ne avevano bisogno. L’ho fatto, e continuo a farlo ancora adesso quando riesco, perché so benissimo quanto possa essere drammatica la disoccupazione. L’ho provato sulla mia pelle e so di cosa sto parlando. Per me si tratta quindi di un gesto quasi doveroso, che dev’essere fatto senza nessun secondo fine. Ma che in ogni caso non è né banale né ovvio.

Eppure di tutti quelli che ho aiutato alcuni non mi hanno neanche ringraziato.La grande maggioranza se ne è immediatamente dimenticata, dimostrando poco cuore e nessuna intelligenza sociale.  Pochissimi mi sono stati realmente riconoscenti. Di queste persone io ho grande stima, non tanto perché mi hanno ringraziato ma perché hanno dimostrato di saper discernere le cose importanti che contano.

Aristotele diceva che “la gratitudine è un sentimento che invecchia presto”. L’intelligenza sociale, al contrario, si declina col cuore.

 

 

 

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