DI MAIO DI BATTISTA COME MIKE BONGIORNO. E NELLA MIA AZIENDA?

 da Blog di Paolo Iacci

Per l’accoppiata Di Maio – Di Battista, Napoleone vinse ad Auschwitz, non ad Austerlitz. Pinochet era il dittatore del Venezuela, non del Cile. Luciano Gallino era uno psicologo, non un sociologo e comunque si chiamava Gallini. E via  così, a colpi di ignoranza senza pietà. Eppure agli italiani piacciono sempre di più. Come mai? Una  spiegazione la diede Umberto Eco nel suo Fenomenologia di Mike Bongiorno: “ la gaffe nasce sempre da un atto di sincerità non mascherata; quando la sincerità è voluta non si ha gaffe ma sfida e provocazione; la gaffe nasce proprio quando si è sinceri per sbaglio e per sconsideratezza. Quanto più è mediocre, l’uomo mediocre è maldestro. Mike Bongiorno lo conforta elevando la gaffe a dignità di figura retorica, nell’ambito di una etichetta omologata dall’ente trasmittente e dalla nazione in ascolto.” L’italiano medio si ritrova nell’uomo famoso ignorante, quanto e più di lui. Si sente un suo pari, anzi superiore. “Tanto per governare, peggio degli altri non potranno mai fare… In fondo, cosa ci vuole?!”

E in azienda? Se tanto mi dà tanto, se basta un ragazzino senza esperienza per governare allora perché non anche nella mia azienda?!” No, qui è un’altra cosa. Il mio posto di lavoro è una cosa seria, non scherziamo. Una recente ricerca mostra che il lavoratore medio vorrebbe avere un capo più preparato di quello che ha attualmente. Il suo direttore gli dà scarsa fiducia.

Quando si parla del suo posto di lavoro ci vuole gente con molta esperienza,  per governare basta uno qualsiasi anche senza esperienza, purché sappia parlare e si presenti  bene.

“Tanto lo Stato non è cosa mia, che me frega…?!”

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